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Una fase di gioco di Cagliari-Frosinone | Foto Luigi Canu

L’Analisi Tattica | Parma-Cagliari: le chiavi del match

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Ennesimo scontro di alta classifica decisivo per il miglior piazzamento in vista dei playoff per il Cagliari di Claudio Ranieri che domani, sabato 22 aprile, affronta in trasferta il Parma guidato da Fabio Pecchia. Si prospetta una partita molto equilibrata tra due squadre che, dati alla mano, sembrano avere molto in comune, a partire dagli stessi numero di punti e numero di gol fatti. Per i rossoblù peserà tantissimo l’assenza di Marco Mancosu, infortunatosi nel primo tempo della sfida contro il Frosinone, con Ranieri che per sostituirlo dovrebbe puntare su Falco, individuato dal tecnico testaccino come alternativa al trequartista sardo. Vediamo nel dettaglio i principi di gioco del Parma di Pecchia, punti di forza e punti deboli.

Fase di possesso

Il Parma che ospiterà i rossoblù dovrebbe essere piuttosto molto simile a quello visto nel girone d’andata all’Unipol Domus: 4-2-3-1, fluidità posizionale e tanta qualità sulla trequarti. Tuttavia, una grossa differenza c’è: il ruolo di centravanti non dovrebbe venire ricoperto da Roberto Inglese, attaccante che interpreta il ruolo in maniera classica, ma da Franco Vasquez, un vero e proprio numero 10 che gioca da 9 solo sulla carta, dal momento che il suo obiettivo è quello di muoversi liberamente sulla trequarti per creare superiorità numerica in zona palla e fornire una linea di passaggio qualitativa e sicura ai suoi compagni.

Partendo dal basso, la costruzione del Parma viene eseguita con una struttura 4+2, ma i terzini (Del Prato e Coulibaly) si alzano tantissimo fin da subito e occupano l’ampiezza, in maniera tale da poter stringere la posizione dei due esterni d’attacco nei mezzi spazi.

Si tratta di un’idea propositiva che mira a creare problemi alla retroguardia avversaria che si trova a dover difendere contro 5 o 6 uomini. La posizione così alta dei due terzini, però, limita le linee di passaggio per i difensori centrali, che se pressati devono spesso ricorrere al lancio lungo. La soluzione di Pecchia a questo problema consiste molto spesso nell’abbassare e allargare uno dei due mediani in una posizione da difensore esterno per formare una struttura 3+1. In alternativa, è proprio Franco Vasquez ad abbassare di tanti metri la sua posizione per fornire una linea di passaggio e attirare un uomo lontano dalla sua zona. Il movimento del numero 10 costringe spesso gli avversari a stringere la propria linea difensiva per evitare di lasciare buchi centralmente: così facendo i centrali possono giocare direttamente un pallone lungo e largo verso il terzino in ampiezza sul lato debole. Probabilmente il Parma sarà ancora più invogliato a proporre una soluzione di questo tipo considerando che il 4-3-1-2 del Cagliari può far fatica a difendere esternamente, specialmente a sinistra dove Azzi ha evidenziato di avere ancora qualche problema difensivo.

In generale, la squadra di Ranieri dovrà stare molto attenta a scalare con i tempi giusti, perché non è affatto semplice sfidare una squadra così fluida sotto il profilo posizionale, non solo in costruzione ma anche in rifinitura. Se la sfida tra un 4-3-1-2 e un 4-2-3-1 dovrebbe teoricamente avvantaggiare i primi per la copertura del centro del campo, nel caso del Parma le cose non sono così lineari, e la partita d’andata è un buon esempio. Oltre alla totale libertà di cui dispone Vasquez e la capacità di Camara nel colmare i vuoti lasciati dai movimenti del compagno, va considerata anche la tendenza dei due esterni d’attacco a venire dentro al campo per fare densità in zona rifinitura.

Fase di non possesso

Ma se la grande capacità di occupare il centro grazie all’ampiezza fornita dai terzini può essere un punto di forza dei ducali, la stessa caratteristica può essere considerata un grosso punto debole in fase difensiva nelle transizioni. I due centrali vengono lasciati da soli dietro e si trovano costretti a difendere tutta l’ampiezza del campo. Per sfruttare al meglio questa debolezza Ranieri potrebbe fare affidamento su un giocatore come Zito Luvumbo, molto capace palla al piede in campo aperto e a suo agio nello stazionare nelle zone larghe del campo.

Ci sono anche altri motivi per scegliere l’angolano, ancora meglio se in coppia con Falco per ricreare quel 4-3-2-1 visto nella prima mezzora contro il Frosinone; ragioni che hanno a che vedere con l’approccio del Parma nella prima pressione. La struttura è quella di un 4-4-2/4-4-1-1, in cui Vasquez pressa uno dei due centrali avversari mentre il trequartista Camara segue il mediano avversario. I movimenti dei due sono però complementari ed equilibrati, per cui è comune vedere anche la situazione opposta con l’ivoriano su un centrale e l’ex Palermo sul mediano. I due esterni d’attacco partono da una posizione stretta per poi uscire larghi sul terzino che riceve, lasciando il compito della marcatura della mezzala avversaria al mediano sul lato forte.

Già da una situazione simile è chiaro il vantaggio numerico anche del 4-3-1-2 del Cagliari, perché permette ai rossoblù di avere un centrocampista in più. Teoricamente, se il trequartista marca il vertice basso e i due mediani marcano le mezzali, rimane libero il trequartista isolano.

Le cose però non sono sempre così semplici. In una situazione simile è probabile che si possa vedere l’altro mediano sganciarsi dal suo uomo per andare a marcare il trequartista lasciato libero. Ed è qui che potrebbe rivelarsi efficace il passaggio al 4-3-2-1 e l’inserimento di Luvumbo, per avere un ulteriore uomo centralmente e costringere Juric ed Estevez a una scelta estrema: scegliere quale dei due trequartisti lasciare completamente libero. Per sfruttare al meglio questa soluzione Ranieri potrebbe provare a tenere più stretto Zappa e ad allargare molto Nandez, così da allontanare ancor di più il mediano dal centro del campo e facilitare la ricerca di uno dei due trequartisti in zona di rifinitura.

Il Parma ha quindi le armi per far male ai rossoblù, specialmente alla luce del fatto che Ranieri dal suo approdo ha finora affrontato numerosi avversari che giocavano con il 4-3-1-2 o moduli simili, ma mai una squadra che schierasse questo 4-2-3-1 così in grado – sulla carta – di creare dei problemi sia esternamente contro la struttura stretta dei sardi, sia centralmente dove può mandare in confusione gli avversari grazie alla propria fluidità posizionale e ai movimenti di Vasquez. D’altra parte, anche i rossoblù hanno nel proprio arsenale alcune soluzioni che potrebbero rivelarsi problematiche per Pecchia: le transizioni alle spalle dei terzini che possono essere puniti per il loro approccio così offensivo, e la superiorità numerica sulla trequarti contro i due mediani.

Marco Lai

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