Diverse filosofie, diversi tipi di calcio, idee chiare e risultati come conseguenza. Da una parte il possesso palla, il controllo della partita, l’io prima dell’altro. Dall’altra l’esatto opposto, il pallino lasciato agli avversari, la quantità che supera la qualità per lunghi tratti salvo poi affidarsi all’inventiva quando si arriva vicino alla porta. Se da un lato può passare il concetto che il Cagliari non abbia un gioco definito, dall’altro è facile confondere estetica con sostanza. Perché i rossoblù di Claudio Ranieri non strizzano l’occhio al bello, ma al contrario di quanto possa apparire hanno un’idea di calcio precisa.
No al Tiqui-Taca
Che Ranieri non sia mai stato un sostenitore del possesso è risaputo. Nessun spazio o quasi alla costruzione dal basso, il controllo del pallone lasciato all’avversario di turno spesso e volentieri. D’altronde, guardando ai dati della Lega Serie A, è evidente che il Cagliari non parta dal presupposto di comandare le partite. Delle venti squadre del massimo campionato, infatti, i rossoblù sono al penultimo posto per possesso medio con 22 minuti e 38 secondi a gara. Soltanto l’Udinese tiene meno la sfera degli uomini di Ranieri. E, per avere un confronto più ampio, basti pensare che il Napoli che comanda la speciale classifica ha un possesso di oltre 34 minuti a partita. Mentre tra le squadre che lottano per la salvezza il Frosinone tiene il controllo ben 5 minuti di media più del Cagliari, il Sassuolo tre, la Salernitana uno e mezzo, Lecce ed Empoli circa un minuto e il Verona poco più di venti secondi. Dati che danno una risposta: il possesso palla non porta automaticamente a risultati positivi e l’esempio dei ciociari guidati da Di Francesco o del Sassuolo di Ballardini è lì a ricordarlo. C’è poi un altro dato che dà un’ulteriore spiegazione sul gioco del Cagliari di Ranieri. Quello delle seconde palle, come spiegato dal portale Calcio Datato. Ossia quanti lanci lunghi portano a un duello aereo – palloni laterali esclusi – e cosa ne risulta successivamente. Per considerare una seconda palla “vinta”, il portale di riferimento ha appunto preso in esame il numero di lanci e se la squadra che li ha effettuati è rimasta con il possesso del pallone dentro i tre secondi dopo il duello aereo.
Verticale
In Serie A la media di seconde palle vinte si attesta al 19%. Ossia ogni cento duelli aerei, diciannove portano al possesso di chi ha effettuato il lancio che ha portato al duello. In sostanza la maggioranza delle palle aeree contese viene raccolta dalla squadra che difende, rendendo questo tipo di soluzione per certi versi poco vantaggiosa. Ma, d’altro canto, utile sia a guadagnare metri in maniera diretta – e senza troppi fronzoli – sia a trovare spesso scoperta la retroguardia avversaria quando la seconda palla viene conquistata da chi ha effettuato il lancio. Si potrebbe confondere l’importanza del duello aereo con le capacità dei singoli in questo tipo di duello. Al contrario, considerando appunto i tre secondi come tempo di conquista del possesso, il vero nodo che sposta gli equilibri è la compattezza. Riaggressione, squadra corta, fisicità non solo dal punto di vista aereo ma anche di corsa. Basti pensare ai due lati della medaglia in casa Cagliari. Prima la partita contro la Juventus, dominata per un’ora proprio grazie ai reparti corti, alla vicinanza di più giocatori alla palla nel momento dei duelli, alla corsa continua degli interpreti soprattutto in mezzo al campo. Poi quella contro il Genoa, quando l’inferiorità in mediana e la maggiore capacità dei liguri di riaggredire ha influito pesantemente sul risultato finale. Un Cagliari che, puntando tanto su questo tipo di gioco, una volta che si trova in condizioni non perfette e con i reparti slegati viene inevitabilmente travolto dagli avversari, non potendo per scelta e per necessità puntare sulla qualità e sul palleggio.
Dati
A dimostrazione di una filosofia perseguita come principio tattico, il portale Calcio Datato spiega come i rossoblù di Ranieri siano tra le squadre che vanno più alla ricerca di duelli aerei – e dunque seconde palle – per media a partita. E, soprattutto, come siano tra le più performanti in tutta la Serie A per seconde palle vinte a gara. In questo secondo aspetto, curiosamente, a guidare la speciale graduatoria è il Bologna di Thiago Motta. Squadra che punta e non poco sul possesso, ma che non disdegna affatto la soluzione lunga con aggressione immediata delle palle vaganti. I felsinei vincono oltre il 25% delle seconde palle, seguiti dalla Fiorentina, quindi dalla Roma e, appunto, dai rossoblù di Ranieri con il 23%. Rossoblù che, però, tra le prime quattro per seconde palle vinte sono secondi solo alla Fiorentina per numero a partita (7 di media), con il Verona primo incontrastato con quasi 10 seconde palle tentate a gara – ma solo il 15% vinte – quindi il Torino con 8 – il 21% vinte – e la Fiorentina con 7,5. Un Cagliari che dunque dimostra un’abilità ampiamente superiore alla media alla voce riaggressione, così come è superiore alla media il tentativo di creare i presupposti per la creazione delle seconde palle. I rossoblù, peraltro, sono stati anche protagonisti della partita della Serie A 2023-24 con più seconde palle contestate in assoluto: in Cagliari-Empoli dello scorso dicembre, terminata sul punteggio di 0-0, ce ne sono state ben 31, con solo 3 riconquistate da chi ha effettuato il lancio che le ha create. Una conversione che portò logicamente a tanta confusione e poca linearità. Non solo, ma il Cagliari è stato anche protagonista di una delle gare con meno palle contestate di tutto il torneo, due. Oltre a Monza-Inter e Bologna Salernitana – zero le palle riconquistate da chi ha lanciato sulle due totali dei rispettivi match – nella sfida tra Cagliari e Bologna, così come in quella tra Lazio e Milan, delle due palle contese una è rimasta in possesso di chi ha effettuato il lancio.
Matteo Zizola