La sfida tra il Cagliari e la Roma ha scritto pagine importanti nella storia calcistica del club isolano. Sia sul campo, con rimonte leggendarie e successi da evidenziare in rosso negli annali, che al di fuori del terreno di gioco. Perché anche il calciomercato ha assunto un ruolo cardine nei rapporti tra le due società. Quasi un asse negli ultimi trentacinque anni, ovvero da quando un romano doc come Claudio Ranieri si è seduto per la prima volta sulla panchina del Cagliari e portò in Sardegna alcuni ragazzi della Roma Primavera come Cappioli, Provitali e la meteora Pacioni. Abbiamo provato a metterli insieme, tra big e altri che non hanno lasciato il segno, dividendoli in base al rendimento: attenzione, non si parla di doppi ex (come Borriello, per fare un nome) ma solo di coloro che sono passati direttamente dal Cagliari alla Roma o viceversa.
I Top
Un cuore diviso a metà, una a tinte biancocelesti e una a tinte rossoblù. È curioso, dunque, che Roberto Muzzi abbia mosso i primi passi proprio nella Roma: è in giallorosso che il centravanti cresciuto nel quartiere di Morena ha mosso i primi passi da professionista, esordendo in Serie A l’11 febbraio del 1990. Nella sua città, dal 1989 al 1994, Muzzi ha totalizzato 83 presenze e 12 gol, ritagliandosi un ruolo importante anche nell’Under 21 azzurra allora allenata dal compianto Cesare Maldini, con cui vinse due edizioni degli Europei (1992 e 1994). Dopo una parentesi con il Pisa, ecco a 21 anni la chiamata del Cagliari: per Bum Bum un’esperienza quinquennale in Sardegna, dal 1994 al 1999 e che, come da lui stesso dichiarato, sarà la migliore della sua carriera. Con i sardi, Muzzi ha messo a referto complessivamente 158 presenze e 64 gol. Nella Hall Of Fame rossoblù dal 2012, la scorsa estate è tornato a casa, chiamato direttamente dal patron rossoblù Tommaso Giulini e attualmente riveste il ruolo di coordinatore tecnico del Cagliari Primavera.
Se quello tra Muzzi e Cagliari è stato amore a prima vista, lo stesso dicasi anche per Radja Nainggolan, pur con un rapporto sia stato spesso intervallato da lunghe riflessioni e ritorni di fiamma improvvisi, quasi in un mood di vendittiana memoria. Dopo un impatto in rossoblù non tra i migliori, il percorso del Ninja è stato in totale ascesa: 188 presenze e 14 gol con la maglia rossoblù, numeri e prestazioni che gli valsero la chiamata della Roma, per un quadriennio in giallorosso indelebile. Un percorso, dal 2014 al 2018, che lo ha di fatto incoronato come uno dei leader dello spogliatoio romanista per carisma e leadership condito da ben 203 presenze e 18 gol. Nell’agosto 2019, dopo l’esperienza agrodolce all’Inter, eccolo tornare in rossoblù. Il ritorno a Cagliari lo ripropone come uno dei top player della Serie A, con 6 gol e 7 assist. Nel gennaio 2021 rieccolo per la terza volta in rossoblù, il suo vero amore, contribuendo in maniera decisiva alla salvezza con Leonardo Semplici in panchina. Cagliari e il Cagliari rappresentano invece ancora oggi un vero e proprio stile di vita oltre che di esperienza calcistica indimenticabile per Daniele Conti. La Roma sembrava essere il suo trampolino di lancio, come lo è stato tanti anni prima per il padre Bruno. Invece il destino ha deciso diversamente. Dopo 6 presenze e 1 gol in giallorosso, tra il 1996 e il 1999, per Conti si sono aperte le porte di Cagliari. Sedici anni di amore incondizionato per il Cagliari e per i colori rossoblù: 464 presenze e 51 gol per diventare uno dei giocatori più amati nella storia ultracentenaria rossoblù, restando a lungo anche a carriera finita, intraprendendo con successo quella di dirigente del settore giovanile.
Il segno
Non solo i primi tre profili citati, però, hanno lasciato il segno nel loro peregrinare tra Cagliari e Roma. Un altro prodotto del settore giovanile giallorosso con la Sardegna nel destino è stato Massimiliano Cappioli. Romano, classe 1968, Cappioli è sicuramente tra coloro che hanno fatto bene sia con i colori rossoblù che con quelli giallorossi. Con la maglia del Cagliari è stato tra i reduci della straordinaria cavalcata dalla C alla A con Claudio Ranieri allenatore. Nei cinque anni in Sardegna, dal 1989 al 1993, “Cappio” ha collezionato 123 presenze e 20 gol. Il richiamo della Capitale e del compianto Carlo Mazzone nel novembre 1994 è troppo forte e così a stagione in corso matura per lui il ritorno alla Roma: un periodo importante nella sua carriera, in cui realizza 20 gol in 110 partite ufficiali, vestendo anche la maglia della Nazionale Italiana, il 16 febbraio del 1994 nell’amichevole persa 1-0 contro la Francia. Insieme a lui, nel 1988, anche un altro calciatore fece il biglietto per la tratta Roma-Cagliari, diventando in due anni un altro dei condottieri del doppio salto dalla C alla A. Parliamo di Fabrizio Provitali, soprannominato “Bibi” fin dai tempi delle giovanili giallorosse, che arrivò al Cagliari nel 1988 restandovi fino al novembre 1990, totalizzando in totale 17 gol, di cui 12 nell’anno della promozione in Serie A, stagione che lo ha reso tra gli attaccanti indimenticabili nella storia rossoblù.
Se Cappioli e Provitali hanno fatto parte del Cagliari della rinascita, Francesco Moriero è stato in quello delle grandi occasioni. Approdato in Sardegna nel 1992, dove ha trascorso un biennio (collezionando 5 gol in 67 presenze), Moriero ha centrato con i rossoblù una storica qualificazione in Coppa Uefa, arando la fascia destra del Sant’Elia e convincendo la Roma e, soprattutto, il suo mentore Mazzone a portarlo nella Città Eterna: nel triennio in giallorosso, dal 1994 al 1997, “Checco” fece molto bene, mettendo insieme 88 presenze e 12 gol. Un esempio di questo tipo di giocatori è senza dubbio Daniele Berretta. Cresciuto nelle giovanili della Roma, Berretta ha totalizzato complessivamente con la maglia del Cagliari 165 presenze e 14 gol, tra le annate 1994-95 e poi dal 1996 fino al gennaio 2001, quando passò all’Atalanta. Un pezzo di storia del Cagliari celliniano, ma in mezzo alle due esperienze in Sardegna ecco il ritorno da comprimario alla Roma di Mazzone dal 1995 al 1996. Chi invece ha avuto in Cagliari un trampolino di lancio importante per diventare un giocatore vincente è stato Jonathan Zebina. Per il francese, una tra le principali scommesse di Cellino, 58 presenze con gli isolani nel biennio 1998-2000 culminato con la retrocessione in cadetteria. L’esperienza nel Cagliari gli ha consentito, però, di attirare su di sé l’interesse della Roma all’epoca allenata da Fabio Capello. In giallorosso, il prodotto del vivaio del Cannes ha messo insieme 126 presenze e 1 gol – tra il 2000 e il 2004 – e vincendo uno Scudetto e una Supercoppa Italiana.
Di passaggio
Negli intrecci di mercato sull’asse Cagliari-Roma compare anche il nome dell’indimenticabile Davide Astori. Nelle sue sei stagioni in Sardegna, dal 2008 al 2014, il difensore scuola Milan è diventato uno tra i migliori del ruolo in Italia, riuscendo a totalizzare 179 presenze e 3 gol e indossare anche la maglia della Nazionale azzurra. A quel punto per lui arrivò il momento del salto in una big della Serie A, ovvero la Roma: per lui una sola stagione in giallorosso (2014-2015), con 30 presenze totali e 1 gol. Cifre insufficienti per guadagnarsi il riscatto, con conseguente ritorno a Cagliari (senza però mai giocare) e immediata cessione alla Fiorentina. Tra coloro che hanno fatto il passaggio inverso, ovvero dalla Roma al Cagliari ci sono anche Luca Pellegrini e Robin Olsen. Il terzino sinistro oggi alla Lazio, dopo l’esperienza alla Roma con all’attivo 6 presenze nel triennio 2016-2019, è approdato nell’Isola nel gennaio 2019 ed è rimasto fino all’estate del 2020, totalizzando 36 presenze, lasciando dietro di sé una sensazione di incompiutezza. Il portiere svedese, dopo una sola stagione da titolare in giallorosso con 35 presenze totali e 58 gol al passivo –trovando sulla sua strada Ranieri che dopo alcune prove deludenti lo giubilò in favore di Mirante –, si è trasferito in prestito al Cagliari nella stagione 2019-2020, con i rossoblù in una situazione d’emergenza dopo l’infortunio di Cragno nel precampionato. Con i sardi, l’ex Copenhagen ha collezionato 19 presenze e 29 gol subiti. Tornando invece indietro nel tempo ma restando tra i pali, ecco il nome di Giorgio Sterchele. Classe 1970, dopo una stagione e mezzo da secondo con la maglia della Roma, nel gennaio 1997 arrivò a Cagliari, chiamato da Mazzone, per cercare la salvezza: per lui 18 presenze e 30 reti al passivo, tra cui le tre del maledetto spareggio di Napoli contro il Piacenza magistralmente raccontato nel documentario “Deu ci seu”.
Gli altri
“Notte prima degli esami”, cantava Antonello Venditti. Tra coloro che non li hanno superati nei loro trascorsi tra Cagliari e Roma c’è senza dubbio Leandro Castán: dopo il convincente quinquennio in giallorosso – dal 2012 al 2017 – con 81 presenze e 1 gol, il difensore brasiliano si è trasferito in prestito secco in Sardegna per cercare di rilanciare una carriera su cui incise un cavernoma, diagnosticato durante la militanza a Roma. Con il Cagliari, da gennaio a giugno 2018, ha totalizzato 14 presenze con alterne fortune (da ricordare la sconfitta di Genova contro la Sampdoria), ma al termine della stagione arrivò ugualmente la salvezza. Situazioni all’opposto sulla tratta Cagliari-Roma per Mauro Esposito. L’ex attaccante, dopo essere definitivamente esploso con la maglia del Cagliari nei suoi sei anni di militanza (dal 2001 al 2007) con ben 65 gol in 214 presenze e la maglia della Nazionale azzurra, non è riuscito a ripetersi con la Roma, collezionando solamente 17 presenze nel triennio 2007-2010, venendo considerato dai tifosi giallorossi tra i principali flop degli anni Duemila. Destino condiviso, quasi alla lettera, con il colombiano Victor Ibarbo: in rossoblù per lui 15 gol in 124 partite dal 2011 al 2015, prima, una breve e sfortunata parentesi di un mese nella stagione 2016-2017. In mezzo, l’avventura alla Roma, che su Ibarbo scommise in modo importante, ripagata da un deludente score di 13 presenze e zero gol.
Meteore
Brevi esperienze e pochi ricordi significativi. Si possono descrivere così i giocatori che sono passati da Cagliari e Roma ma che hanno avuto troppo poco tempo per cercare di mettersi in mostra. In questa categoria c’è sicuramente Daniele Magliocchetti. Classe 1986 e cresciuto nelle giovanili della Roma, l’ex difensore, dopo una stagione con zero apparizioni nella prima squadra giallorossa, ha passato un biennio nel Cagliari dal 2007 al 2009 con sole 10 presenze all’attivo. Discorso simile per Gianluca Pacioni e Cristian Ranalli. Il primo, classe 1969, non ha lasciato segno a Cagliari, mettendo insieme sole 3 presenze. Il secondo, invece, classe 1979, è stato una stellina della Roma Primavera e ha vestito, oltre alla maglia del Cagliari nel 2002-03 (8 presenze in Serie B) anche quella della Torres nella stagione 1998-99 (30 presenze e 7 reti).
Ora tocca a Eldor
Tanti trasferimenti, tra top e flop, quelli che hanno visto sedute al tavolo Roma e Cagliari nel corso degli ultimi 35 anni. L’ultimo affare tra giallorossi e rossoblù è quello dell’estate 2023 e che porta il nome di Eldor Shomurodov. Dopo la sfortunata esperienza con la maglia dello Spezia nella scorsa parte dell’ultima Serie A, l’attaccante uzbeko punta a rifarsi con i sardi. L’ex Genoa, sotto la guida tecnica di Claudio Ranieri, ha come obiettivo primario quello di rilanciarsi in massima divisione. Il suo inizio di stagione, così come per tutto il gruppo rossoblù, è stato più difficile del previsto. Ora, per tentare la risalita, il Cagliari punta a tirarsi fuori dai bassi fondi della classifica anche grazie all’apporto del giocatore nato a Jarkurgan.
Fabio Loi