La sosta di un campionato per le nazionali spesso viene considerata da tanti come il momento delle riflessioni o dei primi bilanci di un’annata. Talvolta però questo step, nel corso della stagione, può diventare anche una possibilità non da poco per recuperare giocatori importanti. Questo tipo di chance l’ha avuta anche Claudio Ranieri per il suo Cagliari, ritrovando una carta offensiva che, in sostanza, non ha mai avuto pienamente a disposizione, ovvero il giovane Jacopo Desogus.
Apprendistato
La sua prima esperienza da professionista con la maglia del Pescara nella scorsa annata lo ha aiutato molto, come ha dichiarato lui stesso ai media dopo l’amichevole vinta 4-1 contro il Carbonia (qui l’intervista integrale). Desogus ha potuto assaporare le prime vere sensazioni di essere dentro a una squadra che geograficamente è lontana dalla sua Sardegna, ma che ha un richiamo centrale per ambizioni e storicità all’interno del panorama pallonaro italiano. Un’avventura diversa ma nel contempo stimolante per la sua crescita sia come calciatore che soprattutto come uomo. L’attuale numero 38 del Cagliari, sotto l’ala protettrice prima di Alberto Colombo e poi dell’ex tecnico rossoblù Zdenek Zeman, ha avuto la possibilità di misurarsi con un campionato diverso e complesso come la Lega Pro, dopo la lunga trafila fatta nelle giovanili del Cagliari che lo ha portato fino a vestire la maglia della Primavera, dove l’attaccante classe 2002 è stato tra i protagonisti più importanti dalla stagione 2018-2019 a quella 2021-2022. “Desogus? Tecnicamente è bravo, ha giocato da fermo la prima partita e vorrei che cercasse la palla, si facesse vedere per riceverla“, disse lo stesso Zeman in conferenza stampa lo scorso 11 marzo alla vigilia di Gelbison-Pescara. Poche parole ma essenziali, come da consuetudine d’altronde, quelle del tecnico boemo, che già facevano capire la sua chiave di lettura nei confronti di Desogus. L’ex esterno offensivo del Delfino, nel suo anno da apprendistato in quel dell’Adriatico, ha totalizzato 2 gol e 4 assist in 22 presenze ufficiali tra campionato e playoff. Numeri che testimoniano come il folletto originario di Gergei abbia avuto una buona efficacia in fase di rifinitura, a fronte di quella realizzativa dove Desogus può e deve fare uno step importante in avanti. Per un calciatore sul quale il Cagliari ha comunque da tempo scommesso tanto, non a caso infatti prima della scelta di mandarlo a farsi le ossa a Pescara Fabio Liverani lo aveva scelto come giovane da cui ripartire nel suo pre-campionato di avvicinamento alla ripartenza dalla cadetteria. Con Desogus che nel primo turno di B a Como partì anche titolare con l’ex tecnico del Lecce in panchina.
Il ritorno
L’apprendistato è stato il primo passo, ma quello successivo è stato forse il momento più complicato del Desogus calciatore professionista. L’infortunio alla caviglia di inizio preparazione lo ha costretto a rimanere ai box per diverso tempo. L’attaccante isolano, di conseguenza, non è mai stato veramente a disposizione di Ranieri nel ritiro estivo del Cagliari in vista del ritorno in A. Proprio il massimo traguardo a cui un calciatore sogna di poter arrivare. Il decorso è stato lungo e faticoso per l’ex 10 della Primavera rossoblù. Tanti allenamenti personalizzati e lontano dal gruppo di capitan Pavoletti e soci, con quella maledetta caviglia che continuava a tormentarlo. Nonostante la situazione difficile dal punto di vista fisico, la società di Sa Ruina è rimasta comunque al fianco di Desogus tanto da prolungargli – lo scorso 10 agosto – il contratto fino al 2027. Una testimonianza di grande stima e fiducia da parte della dirigenza isolana nei confronti del suo canterano. Rinnovo a parte, sono stati però i 42 giorni dal 23 agosto al 4 ottobre scorso ad essere i passaggi fondamentali della rinascita di Desogus con il Cagliari. Sei settimane assolutamente non casuali per il 38 rossoblù. Il primo ha rappresentato il placet dei medici, dopo annessa visita di controllo presso la clinica specializzata romana di Villa Stuart, per l’inizio della sua ripresa, mentre il secondo è stato il giorno del primo allenamento con il gruppo post infortunio. Due tappe significative per un giocatore che il Cagliari, con mister Ranieri in testa, ha finalmente con sé e che può rappresentare una valida alternativa nel reparto avanzato (almeno alla voce voglia di emergere e di mettersi in mostra), che attualmente sta attraversando un periodo complicato in campionato (con soli 2 gol su 3 totali segnati da una punta, Zito Luvumbo, mentre l’altro è stato il calcio di rigore di Nahitan Nandez contro la Roma nell’ultimo turno di A).
L’esame Serie A
Il meglio deve ancora venire. La canzone di Luciano Ligabue sarebbe la colonna sonora perfetta per Desogus, pupillo di David Suazo ai tempi del settore giovanile rossoblù, nel suo percorso verso quello che ora è il suo obiettivo primario: esordire in A con la maglia del Cagliari. Intanto lo step preliminare è stato già fatto. Il numero 38 isolano, a 126 giorni di distanza dalla sua ultima presenza ufficiale con gol (Pescara-Foggia 5-6 d.c.r. dopo il 2-2 dei regolamentari dello scorso 8 giugno), ha infatti calcato per la prima volta il campo da gioco in stagione, in occasione nel test amichevole dello Zoboli contro il Carbonia. Sessantacinque minuti in cui Desogus, entrato al posto di Sulemana al 25′, ha provato fin da subito a far breccia nel cuore di mister Ranieri. Diversi tentativi di spunto, ricerca del dialogo con i compagni e qualche giocata di fino. Pochi sprazzi che però hanno permesso all’allenatore del Cagliari di cominciare a inquadrare da vicino il suo attaccante. Contro i minerari, si è notata chiaramente la voglia matta dell’esterno offensivo isolano di voler mettere a disposizione del collettivo tutto il suo potenziale e di sperare in una chiamata di Ranieri nel breve periodo. Tuttavia il quesito che ora potrebbe aleggiare nella testa del tecnico romano sarebbe quello della posizione di Desogus in campo. Sia nel Cagliari Primavera che con il Pescara, il 21enne attaccante rossoblù ha giocato spesso largo a sinistra in un 4-3-3. Tuttavia, con Ranieri al timone, le cose sono decisamente differenti. In casa Cagliari il modulo che, specie nelle ultime partite, sta andando per la maggiore è il 3-5-2 (anche se a Carbonia Ranieri ha scelto proprio il 4-3-3 per l’amichevole). Una disposizione tattica diversa rispetto al passato per Desogus, che potrebbe però essere ritornare utile come jolly offensivo. Il numero 38 sarebbe infatti l’opzione ideale a gara in corso come seconda punta al fianco di uno tra Petagna, Shomurodov o Pavoletti (in attesa di Lapadula) oppure, seguendo sempre i dettami tattici di inizio stagione, in un tridente senza riferimenti (com’è successo a Torino alla prima di campionato con Nandez-Oristanio-Luvumbo) o, all’occorrenza, come esterno alto in un 4-4-2 a trazione offensiva (magari da utilizzare come arma per recuperare un risultato). Insomma, le soluzioni sono diverse. Ora per Desogus è il momento di correre per conquistare quel sogno ad occhi aperti chiamato Cagliari e Serie A.
Fabio Loi