“Andremo a completare il reparto offensivo con giocatori di gamba e fisicità. Un giocatore che abbia caratteristiche da prima punta e un giocatore che può agire da seconda punta, che si possano integrare con chi c’è già“. Parole del diesse del Cagliari Nereo Bonato nella conferenza stampa dello scorso 11 luglio e che hanno trovato una prima risposta con l’arrivo in rossoblù di Eldor Shomurodov, attaccante uzbeko prossimo a essere prelevato in prestito con diritto di riscatto dalla Roma.
Sacrificio e volontà
Classe 1995, ventotto anni compiuti a gennaio. Shomurodov ha già una certa esperienza in Serie A dopo essere arrivato al Genoa nella sessione estiva del mercato del 2020 dal Rostov: Ottantuno le presenze nel massimo campionato italiano con tre diverse maglie, quella dei liguri – nella sua migliore annata in Italia – e quelle di Roma e Spezia. Dodici le reti segnate in tre stagioni, con l’ultima che ha rappresentato un netto passo indietro dal punto di vista realizzativo. I primi mesi in giallorosso con poco minutaggio, il prestito allo Spezia che non ha dato i risultati sperati come confermato dall’unica rete messa a segno in 16 apparizioni. Un attaccante dunque più portato al ruolo di spalla che a quello di vero e proprio terminale offensivo, come confermato peraltro dai dati. Ma, allo stesso tempo, oltre a non essere un riferimento in zona d’attacco, l’uzbeko ex Roma non ha mostrato grande attitudine alla partecipazione della manovra.
I dati della grafica proposta sono relativi alla stagione 2022-23 e, pertanto, vanno modulati su un’annata non esattamente positiva. Con 18,93 passaggi effettuati e 12,82 ricevuti ogni 90 minuti Shomurodov risulta sotto la media degli attaccanti della scorsa Serie A, confermando il suo essere un giocatore offensivo atipico che difficilmente può essere considerato un riferimento né nella costruzione né tantomeno in fase realizzativa. Dati che però crescono se si analizzano le due stagioni precedenti, quella del 2020-21 con la maglia del Genoa e la prima nella Capitale.
Andando infatti a osservare le statistiche sui tre campionati disputati in Italia, il classe ’95 uzbeko ha avuto un declino nell’ultimo campionato rispetto ai dati di quello dell’esordio in Italia e del primo con la Roma. Soprattutto il primo, nel quale ha avuto anche maggiore continuità di utilizzo, racconta di un calciatore comunque abbastanza attivo alla voce passaggi – quasi 23 ogni 90 minuti contro i quasi 19 dell’ultimo anno – e che anche in quella sui passaggi ricevuti ha mostrato maggiore partecipazione alla manovra con 14,55 ogni 90 minuti a Genova e 15,20 nella sua prima esperienza in giallorosso.
Con la maglia della Roma, soprattutto nel 2021-22, Shomurodov è apparso – almeno per le statistiche – un giocatore decisamente diverso rispetto a quello visto nella passata stagione. Grazie alla maggiore possibilità di dedicarsi alla manovra offensiva, al contrario di quanto avvenuto al Genoa e allo Spezia per semplici differenze di obiettivi di squadra, la quantità di tiri per 90 minuti era stata nettamente superiore ai due campionati successivi. Quasi tre in giallorosso nel 2021-22 contro l’1,72 e i quasi due rispettivamente con rossoblù e bianchi liguri. Anche per quel che riguarda i tocchi in area di rigore nei 90 minuti la statistica conferma lo stesso trend, con 5,43 nella prima annata a Roma contro i 3,33 con il Genoa e i 3,41 con lo Spezia. Identico discorso per gli xG – gli Excpected Goals o gol attesi – con la prima stagione a Roma da 0,51 a partita e quelle di Genova e La Spezia rispettivamente da 0,3 e 0,27.
La caratteristica principale di Shomurodov, però, è l’abilità nel sacrificarsi e nell’essere importante nella fase di non possesso. I dati generali danno un risposta netta in tal senso, con 6,67 duelli difensivi ogni 90 minuti nella sua migliore annata al Genoa.
Guardando poi al grafico sui duelli difensivi nella passata stagione – e comparando l’attaccante uzbeko agli altri giocatori offensivi della Serie A – si può notare come Shomurodov si piazzi tra quelli più performanti in tal senso. La percentuale di 55,32 di duelli vinti su quelli tentati un dato rilevante e che descrive un calciatore non con le stimmate della prima punta e nemmeno d’area di rigore, ma piuttosto un supporto all’attaccante di riferimento. Una spalla ideale per Gianluca Lapadula e Leonardo Pavoletti, insomma. Con gli ultimi sei mesi con la maglia dello Spezia a non poter essere presi d’esempio visto anche l’utilizzo da parte di Leonardo Semplici più come terminale offensivo e vero e proprio centravanti – soprattutto con l’assenza di Nzola – che come spalla del numero nove designato.
Matteo Zizola