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Rolando Maran in zona mista

Cagliari-Samp, Maran ha vinto coi cambi

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Dopo una notte di follia, nella quale pochi tifosi rossoblù avranno chiuso occhio, Cagliari si è svegliata stamattina con ancora i sogni aperti.

Quarto posto in classifica, 4-3 alla Sampdoria dopo essere stati per due volte sotto di due gol e prima rete di Cerri in Serie A con la maglia dei sardi al 96’. Una notte di straordinaria pazzia alla Sardegna Arena, una di quelle notti che ti fanno dire per davvero: sì quest’anno forse si può sognare. Smaltita la sbornia di emozioni però c’è da analizzare una partita che ha dato diversi segnali a Maran sullo stato di salute attuale della sua rosa. Di fatto Cagliari-Sampdoria è stata un insieme di partite all’interno della stessa per come è stata giocata e vissuta dalle due formazioni. E dalla gara agli uomini di Claudio Ranieri Maran non ha raccolto solo tre punti ma anche alcuni indizi a livello tattico per il futuro.

NODO CASTRO – A Lecce Maran era stato criticato per alcuni cambi a gara in corso giudicati come troppo difensivisti. E molto probabilmente, se il calcio non fosse una trottola impazzita di emozioni e il suo Cagliari non avesse vinto all’ultimo respiro, anche contro la Samp il tecnico trentino avrebbe raccolto qualche critica. Questa volta non per le sostituzioni ma per le scelte iniziali. Castro per Nandez è una mossa legittima, specie se sai di dover far di più la partita perché il tuo avversario ti lascerà maggiormente il possesso (cosa a cui il Cagliari non è abituato). El Pata però non ha risposto presente come al solito. Si è mosso molto, svariando su più fronti e provando ad agire quasi più da trequartista che da mezzala. Il risultato: tanta corsa non sempre utile e poca lucidità negli ultimi passaggi. Forse dopo il periodo giocato da più avanzato l’argentino ha pagato il ritorno in mezzo al campo con maggiori doveri sia in fase di costruzione che in fase di non possesso. Un aspetto sul quale Maran dovrà riflettere.

PROBLEMA TREQUARTISTA – Maran lo aveva detto in conferenza alla vigilia: “Forse Ranieri userà il trequartista perché ha visto che un po’ soffriamo contro le squadre che lo usano”. Detto fatto. Ramirez è stato una vera spina nel fianco nelle ripartenze dei doriani e così come è stato a Lecce, ma anche contro il Brescia all’esordio stagionale, il Cagliari ha mostrato di soffrire contro le squadre che usano il trequartista. Un aspetto da migliorare tatticamente, magari dando dei compiti difensivi alla mezzala che possa così aiutare di più Cigarini appena perso il controllo del pallone. Anche perché ora il Cagliari non può più nascondersi, dopo 14 turni è al 4° posto ed è l’osservato speciale di chiunque. Sarà sempre più difficile sorprendere l’avversario tatticamente da qui in avanti.

LA RISALITA MARANIANA – Tra le note positive c’è un’idea di gioco e un’impostazione tattica chiara. Maran in zona mista dopo il triplice fischio con la Sampdoria ha sorpreso un po’ dicendo che il primo tempo era stato giocato alla grande dai suoi nonostante il risultato. E a livello di gioco è difficile dargli torto. Certo poi è mancato il gol, dettaglio non da poco, però il Cagliari è riuscito a creare occasioni con semplicità, lasciando alla Samp solo le ripartenze e i calci da fermo. Tra gli aspetti tattici più interessanti l’inizio dell’azione dal portiere o al momento della riconquista in zona difensiva, in quella che possiamo definire la risalita maraniana. Lo schema con il quale il Cagliari inizia spesso le sue azioni: palla larga al terzino che salta una giocata e va direttamente sull’attaccante (quasi sempre Simeone) che protegge palla e scarica sul trequartista in appoggio, questo di prima apre per la mezzala o il terzino in corsa sulla fascia che va al cross tagliato in mezzo. Quattro passaggi, quasi tutti di prima o al massimo a due tocchi, che portano il Cagliari in area avversaria. Con la Samp in almeno un paio di occasioni, specie nel primo tempo, Joao, Simeone e Castro hanno sfiorato la palla soli davanti alla porta in questo modo.

Roberto Pinna

 
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