agenzia-garau-centotrentuno
Andrea Petagna durante Cagliari-Milan | Foto Luigi Canu

Cagliari, non solo Lapadula: la notte di Udine e i segnali di Petagna

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Centoventi minuti, tutti di fila. Tempo in cui poteva subentrare la stanchezza e che invece nel finale ha visto l’orgoglio farsi spazio, fino alla giocata che ha portato al gol di Lapadula, decisivo per il Cagliari per battere l’Udinese e passare agli ottavi di finale di Coppa Italia. Andrea Petagna era chiamato a una reazione e in Friuli, nonostante l’attesa, la reazione è arrivata.

Strada

L’ultimo colpo importante del calciomercato estivo, la voglia di riscatto dopo essere stato accantonato da un Monza che l’estate precedente aveva puntato anche su di lui per non far sfigurare i brianzoli nell’anno del ritorno in Serie A. Con in testa il pallino della nazionale, mai accantonato totalmente, perché le ambizioni alla fine sono il sale di un professionista qualsiasi sia il momento vissuto. Gli ingredienti per fare bene tutti sulla tavola rossoblù, almeno fino a che a Bologna nel giorno dell’esordio il polpaccio ha avvertito un fastidio tramutatosi poi in guaio. Due settimane di stop forzato, poi le gare con Milan, Fiorentina e Roma in cui la condizione non perfetta si era più volte messa in evidenza e la pausa nazionali a chiudere il cerchio. Con il Cagliari che poi al rientro ha fatto a meno di lui in entrambe le partite di quello che i rossoblù hanno sempre guardato come l’inizio di un nuovo campionato. Zero minuti a Salerno nonostante la necessità di un uomo in mezzo all’area di rigore, Pavoletti in campo e poi eroe contro il Frosinone a occupare la casella di prima punta al suo posto. “Stiamo cercando di stimolarlo al massimo per farlo tornare in piena forma”, aveva detto Ranieri prima della sfida contro i ciociari sul giocatore ex Atalanta. Stimoli che si sono uniti a una rabbia e una voglia di incidere vista alla prima occasione utile, contro un’Udinese giovane ma dimostratasi difficile da superare.

Episodio

C’è voluto più di qualche minuto perché il classe ‘95 entrasse in partita, limitato appena dopo il fischio d’inizio da un nervosismo malcelato. Un atteggiamento però messo da parte con il passare del tempo, con Petagna che è riuscito a mettersi soprattutto a servizio della squadra. Spalle alla porta e non, come nelle occasioni dei passaggi per le occasioni di Shomurodov e Sulemana nella prima frazione. Pochi i palloni giocabili per sé, ma due tiri verso la porta avversaria nel secondo tempo a dare il segno che il desiderio del gol non fosse scomparso. Con le energie sembrate ormai finite poi, nei supplementari, lo scatto decisivo, inaspettato, a saltare Tikvic, guadagnare il fondo e mettere il pallone giusto per la rete di Lapadula. La giocata giusta per lanciare un messaggio a Claudio Ranieri, che nella notte di Udine potrebbe aver trovato ritrovato due frecce del suo arco: non solo il Bambino, ma anche l’attaccante arrivato in Sardegna prima per sostituirlo e poi per diventarne, sulla carta, la spalla.

Nella passata stagione, proprio la Coppa Italia fu per Petagna l’occasione per sbloccarsi in zona gol e sempre sul campo dell’Udinese. La rete manca ancora in questa annata, ma il segno lasciato sulla gara potrebbe essere fondamentale per prendere slancio in una stagione ancora anonima per l’attaccante triestino. 

Matteo Cardia

 
Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
1 Commento
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti