“Sulemana è il ragazzo che mi aspettavo, sa recuperare tanti palloni e ci sarà utile”. Poche parole ma dritte al punto. Parole di un Claudio Ranieri che alla vigilia della conclusione del ritiro di Chatillon-Saint Vincent ha fatto il bilancio anche sul proprio centrocampo, parlando di un Ibrahim Sulemana arrivato quasi a sorpresa all’inizio del mercato e che ora si candida a un posto da titolare nel Cagliari che ritroverà la Serie A.
Scelta
Le dichiarazioni in sala stampa hanno lasciato intendere uno studio anticipato sul giovane centrocampista da parte del tecnico rossoblù. Un lavoro di indagine che ha convinto il club isolano a virare sul prospetto ghanese e lasciare la pista Tameze, che sembrava quella più battuta nei primi giorni di dialoghi fitti con il Verona. Un’operazione che guarda anche al futuro, con la possibilità di far maturare un giocatore che nel primo vero e proprio anno di Serie A ha messo in mostra qualità tecnico-tattiche interessanti. Abilità che si sono unite alla capacità di saper reggere anche la pressione, come dimostrato dallo spareggio salvezza giocato da protagonista contro lo Spezia e che è valso la permanenza in A della formazione scaligera. Caratteristiche che hanno portato il Cagliari ad accelerare la trattativa e a portare in Sardegna il nativo di Sunyani. E permettere così al ventenne con un passato nell’Atalanta di adattarsi subito alle idee del proprio nuovo tecnico.
Duttilità
Interno di centrocampo, pronto ad aggredire la prima fase di costruzione avversaria ma anche a leggere e provare a bloccare le trame altrui quando l’ordine è quello di restare dietro la linea della palla. Sia nella coppia di centrocampisti studiata per il 4-4-2, che nel ruolo di spola tra mediana e trequarti richiesto in maniera più evidente dal 4-2-3-1 studiato da Ranieri durante le settimane di preparazione. Più lavori da unire, in cui lo spazio di manovra per la crescita è ancora importante. E che hanno avuto però già il potere di sottolineare anche delle capacità in fase di costruzione, dalla capacità di trovare lo spazio per essere servito dai compagni al tentativo di ripulire l’azione, che prima dell’arrivo sembravano nascoste dietro alla propensione all’interdizione. Una duttilità sfruttata tra la Sardegna e la Valle d’Aosta che dovrà ora essere messa alla prova nuovamente del massimo campionato e che avrà bisogno di tempo per trovare i giusti spazi alla coabitazione con Antoine Makoumbou. Se la sfida con il Como aveva messo in luce qualche difficoltà nel trovare le distanze giuste tra i due, con il Brest i problemi maggiori si sono visti nel filtro davanti alla difesa, compito previsto anche per Alessandro Deiola. Punti negativi che però non hanno escluso anche alcune buone scelte e capacità di mantenere i nervi saldi nonostante l’aggressività della squadra bretone in più frangenti della sfida. Oltre che la conferma di un’intensità nel contrastare i punti nevralgici del centrocampo avversario. Un carattere e un’energia che potrebbero diventare fondamentali per il Cagliari nella strada per la salvezza tutta da costruire.
Matteo Cardia