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Cagliari, la prima senza Joao Pedro è un esame per l’attacco

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Correva il lontano 20 giugno 2020 quando Joao Pedro saltava la sua ultima partita per somma di ammonizioni. Da allora solo due assenze per problemi fisici, una nella stagione 2019-20 e una nella seguente, in quel Napoli-Cagliari in cui Nahitan Nandez fece urlare di gioia con il gol del pareggio i tifosi isolani negli ultimi minuti dell’incontro.

Nella sfida contro l’Atalanta, Joao Pedro sarà costretto a guardare dalla tribuna. E per il Cagliari non sarà facile colmare la sua assenza: 23 partite, 23 presenze, 2068 minuti giocati, una sola sostituzione a due minuti dal 90′ di Lazio-Cagliari. Ma soprattutto 10 gol e 4 assist, che danno a Joao Pedro la palma del giocatore che ha contribuito di più in Serie A alle reti della sua squadra, con il 64%: un dato ancora più importante se si considera che il secondo, Domenico Berardi, ha contribuito per il 49% ai gol del Sassuolo. Più che essere Joao dipendente, il Cagliari e il suo numero 10 sembrano vivere un rapporto di simbiosi, in cui colori e personalità si mischiano quasi perfettamente. Resta però il fatto che senza la doppia cifra negli ultimi tre campionati, la squadra isolana non si sarebbe salvata nei primi due e oggi non sarebbe dentro la lotta per la permanenza in A. Nelle tre partite non disputate nelle ultime stagioni da JP, il Cagliari ha conquistato solo un punto contro il Napoli, perdendo invece contro Verona e Milan. Un record negativo che certifica l’impatto anche psicologico ed emotivo del giocatore sul resto del gruppo, e che gli attaccanti rossoblù dovranno cercare di rendere più equilibrato. Non sarà facile digerire l’assenza di Joao Pedro per un reparto oggi ancora più corto, vista anche l’assenza di Keita Baldé che ha raggiunto la finale di Coppa d’Africa con il Senegal, e che nella stagione attuale ha faticato a decollare: se all’inizio la coppia JP-Keita sembrava quella ideale per tecnica e gioco ricercato, nel momento più complesso è stato Pavoletti a unirsi alla lotta del capitano. Nel mezzo dell’attesa dei gol e del raggiungimento di una stabilità d’intenti però il numero 10 ha portato la croce, non solo davanti alla porta: perché spesso il capitano è diventato un’ulteriore fonte di gioco, abbassandosi sulla linea dei centrocampisti o decentrandosi per far muovere la difesa avversaria e dare più consistenza al palleggio isolano.

Risorse

Il Cagliari sarà così privo del proprio catalizzatore di attenzioni. Quella contro l’ Atalanta di domenica 6 febbraio sarà una prova di maturità per una squadra in grado di crescere e trovare nell’ultimo mese 3 risultati utili sui 4 a disposizione, in cui tuttavia Joao Pedro ha lasciato il segno con un gol – contro Fiorentina – e un assist – nella gara vinta contro il Bologna. Senza JP il Cagliari non avrà una carta importante nell’uno contro uno lasciato da Gasperini ma anche una freccia nell’arco in meno per scardinare la pressione avversaria quando in possesso palla. Contro gli orobici dare pulizia e fluidità al palleggio sarà fondamentale per tenere in piedi la gara. Potrebbe essere Gaston Pereiro a fare quel lavoro di cucitura e pericolosità, abbassandosi per dare una mano al centrocampo e svariare, ma soprattutto cercando di rimanere lucido per poter armare più facilmente il proprio mancino dalla trequarti in su. Se la scelta di Mazzarri ricadrà sull’uruguaiano, il classe 1995 avrà di fronte a sé il palcoscenico giusto per sorprendere gli altri e convincere il proprio tecnico di essere molto più di una semplice opzione. L’ unico uomo certo di una maglia da titolare è Leonardo Pavoletti, al ritorno dalla squalifica contro la Fiorentina. Sei dei sette punti conquistati a gennaio portano la sua firma: contro l’Atalanta, il lavoro del livornese sarà fondamentale anche lontano dall’area per non far schiacciare i rossoblù nella propria metà campo. Senza il capitano isolano sarà però anche il centrocampo a dover salire nel tasso di qualità. Accompagnare l’azione offensiva per sopperire la mancanza del proprio riferimento offensivo e non cedere all’intensità atalantina. Responsabilità importanti ma che soprattutto Razvan Marin, chiamato al riscatto dopo alcune prestazioni opache, dovrà necessariamente assumersi.

Matteo Cardia

 
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