Nel significato dei sogni il pane equivale a fare mente locale sulle energie psico-fisiche rimaste a disposizione. Nella smorfia napoletana è rappresentato dal numero cinquanta, prossimo obiettivo del sognatore rossoblù. Nome Leonardo, cognome Pavoletti, sognatore perché solo chi è in grado di andare oltre la realtà avrebbe potuto acchiappare la Serie A al minuto 94 di una finale playoff, solo chi è in grado di sognare avrebbe potuto immaginare una stagione da protagonista con il suo Cagliari nonostante le premesse lasciassero intendere tutt’altro.
Storia
Quello contro il Napoli è stato il gol numero 49 di Pavoletti con la maglia rossoblù. Quaranta in Serie A, sette in Serie B – compresa la finale playoff di Bari – e due in Coppa Italia. E dire che la rete decisiva per la promozione del Cagliari era sembrata l’epilogo perfetto di un’avventura iniziata il 29 agosto del 2017, quando l’attaccante livornese arrivò in Sardegna proprio dal Napoli per colmare il vuoto lasciato dall’improvvisa partenza di Marco Borriello. Da allora 181 presenze, le prime due stagioni in doppia cifra e poi le difficoltà nate dal primo infortunio al ginocchio e successiva ricaduta. Una titolarità indiscussa via via sfumata, il ruolo di comprimario figlio di una condizione lontana da quella dei tempi migliori. E il rapporto con alcuni allenatori mai decollato, con Eusebio Di Francesco – prima che Leonardo Semplici lo rispolverasse per la corsa salvezza – e con Fabio Liverani su tutti. Il ritorno di Claudio Ranieri in Sardegna una manna dal cielo per l’attaccante livornese, l’idea della coppia con Gianluca Lapadula per rilanciare le speranze promozione, un altro infortunio a mettere in stand-by l’idea di rivalsa e infine la notte del San Nicola dal sapore della rivincita collettiva e individuale a lavare la macchia della retrocessione di Venezia. Capitano non giocatore o comunque con un ruolo da comparsa, qualche alzata di voce – un anno or sono le parole dure dopo la contestazione durante la vittoria contro il Perugia – e la voglia di tornare protagonista a prescindere dal minutaggio. Per lui Ranieri ha creato un vestito nuovo, un ruolo alla Altafini di chi può essere decisivo anche entrando negli ultimi minuti. Pavoletti si è spolverato le spalle – come da tipica esultanza – ha continuato a lavorare con il sorriso e ha atteso l’occasione giusta per risorgere. Facendo mente locale sulle proprie energie psico-fisiche, puntando dritto a quello che per l’attaccante è il pane, a quei gol che ora sono vicini a quota 50 con la maglia del Cagliari. Il Verona nel mirino, per provare a raccogliere i tre punti in trasferta che in Serie A mancano dal 27 febbraio 2022, vittoria contro il Torino firmata Bellanova-Deiola.
Hellas e contratto
L’estate post Venezia era stata quella dei dubbi. Il rapporto con Cagliari e con il Cagliari intaccato da una notte maledetta, Pavoletti colonna del gruppo storico finito sul banco degli imputati. L’ultimo giorno di mercato proprio il Bari era pronto ad accoglierlo, ma mentre gli altri compagni di stagioni ricche di alti e bassi via via avevano lasciato la Sardegna, il numero 30 rossoblù decise di darsi un’altra occasione. La Serie B però era apparsa come una via crucis, non solo per la squadra ma anche per l’attaccante livornese. Fino al ritorno di Ranieri e alla coincidenza di ergersi a salvatore della patria proprio in quella Bari che era diventata quasi la sua casa. I dubbi sono tornati anche la scorsa estate, ma tra Ranieri in panchina e un legame con la piazza rinsaldato dal gol del San Nicola sono stati scacciati senza retropensieri. L’esordio stagionale a Torino da subentrato, la prima titolarità contro l’Inter prima di dover alzare bandiera bianca dopo poco più di mezz’ora, quella con l’Udinese: totale zero gol, non l’inizio atteso. Panchine e spezzoni senza poter incidere, finché all’improvviso la zona Pavoletti torna a fare capolino. Contro il Frosinone la svolta, due reti nel recupero a completare l’incredibile rimonta, poi il gol decisivo contro il Sassuolo sempre oltre il novantesimo, infine quello contro il Napoli dopo aver ritrovato la maglia da titolare che mancava dal 17 settembre contro l’Udinese. Altafini sì, ma anche utile dall’inizio e con l’obiettivo di ripetersi a Verona. In una sfida salvezza dal valore doppio, in uno stadio dove ha segnato soltanto una volta contro il Chievo ma mai contro l’Hellas, una delle cinque squadre dell’attuale Serie A – assieme a Milan, Monza, Lecce e Juventus – che non ha mai subito la legge del Pavoletti in maglia Cagliari nella massima serie. Con un altro obiettivo per il futuro, puntare al rinnovo del contratto in scadenza il prossimo giugno ancora chiuso nel cassetto. Ci sarà tempo, ora la testa è tutta sul calcio giocato e una salvezza dal sapore della rivincita. L’idea di continuare assieme, ma senza fretta tanto che nessuna discussione è stata ancora aperta. Prima la caccia al gol numero cinquanta, poi altri ancora. Il futuro con vista 2025 può attendere.
Matteo Zizola