La miglior difesa è l’attacco, o meglio sarebbe. Condizionale d’obbligo quando si tratta del Cagliari, perché proprio il reparto offensivo è la nota dolente, dal punto di vista numerico, per i rossoblù di Claudio Ranieri. Con la difesa che sembra aver trovato la propria dimensione dopo l’arrivo di Yerry Mina – e il ritorno alla linea a quattro – ora tocca agli attaccanti dare una svolta alla stagione. Troppo poco il bottino raccolto, un totale di 24 gol in 26 gare, che diventano soltanto dodici se si guarda ai giocatori offensivi veri e propri. Un dato da ribaltare a partire da Empoli, quando il Cagliari dovrà fare a meno anche di Leonardo Pavoletti, assieme a Zito Luvumbo capocannoniere rossoblù a quota quattro reti.
Porte girevoli
Una costante della stagione degli uomini di Ranieri è quella degli infortuni. Soprattutto nel reparto avanzato, dove uno alla volta sono venuti a mancare a turno tutti gli elementi della rosa. Tolto Luvumbo, assente durante il periodo della Coppa d’Africa con la sua Angola, tutti gli altri giocatori hanno dovuto fare i conti con l’infermeria. Vuoi per sfortuna o vuoi per logica conseguenza delle scelte nella costruzione della squadra. L’ultimo della lista risponde al nome di Pavoletti, il terzo rossoblù a marcare visita a causa di una frattura del metatarso. Dopo Shomorudov e Oristanio, infatti, anche l’attaccante livornese è stato fermato da un infortunio traumatico che ha interessato il piede. Un problema che lo terrà fuori per circa due mesi, come accaduto ai due compagni che lo hanno preceduto. Un problema non da poco anche per Claudio Ranieri che sembrava ormai aver ritrovato il sereno alla voce assenze. Invece se da una parte Oristanio ha riassaggiato il campo negli ultimi minuti contro il Napoli e Shomurodov è pronto a tornare abile e arruolabile fin dalla trasferta di Empoli, ecco che Sir Claudio dovrà rinunciare al suo capocannoniere e uomo degli ultimi minuti. Quattro le reti del numero 30 e capitano, quante quelle di Luvumbo che lo accompagna in testa alla speciale classifica marcatori del solo Cagliari. Un infortunio che ha un’implicazione automatica, ossia la necessità che il trio formato da Lapadula, Petagna e il rientrante uzbeko possa finalmente sbloccarsi con continuità.
Speranza Lapagol
Trovata la quadra tattica con il 4-4-1-1 visto contro Udinese e Napoli, Ranieri attende numeri diversi dai suoi centravanti. Partendo da Gianluca Lapadula, titolare nelle ultime quattro gare consecutive, ma ancora fermo all’unico gol realizzato in stagione, quello del momentaneo pareggio contro il Sassuolo prima che Pavoletti completasse il sorpasso per il 2-1 finale. La speranza del tecnico romano è che il suo numero nove, con il quale il rapporto è da sempre speciale, possa invertire la rotta sulla stessa falsariga della passata stagione in cadetteria. Lapadula iniziò la sua esperienza in Sardegna con un ritardo di preparazione dovuto al Covid, poi una sola rete nelle prime dieci giornate – quella dell’ex nella vittoria di Benevento – fino alla svolta contro la Reggina in trasferta che rappresentò l’inizio di un percorso che portò al titolo di capocannoniere della Serie B. Un gol in 534 minuti giocati nelle prime dieci giornate del campionato cadetto 2022-23, un gol in 576 minuti nella Serie A 2023-24. La speranza è che la storia si possa ripetere, con Lapadula che dopo l’inizio complicato e i dubbi sulla sua effettiva verve realizzativa riuscì a dare una sterzata netta: da Reggio Calabria in poi, infatti, nella stagione regolare il numero nove rossoblù portò la sua media a una rete ogni 118 minuti, trascinando la squadra ai playoff prima e, con quattro gol in cinque partite dei playoff, alla promozione in massima serie. I tempi sembrano maturi per il salto di qualità, le fatiche nate dai diversi infortuni a da una stagione iniziata in ritardo appaiono alle spalle e la crescita del minutaggio dovrebbe portare a quella della condizione e, soprattutto, della freddezza sottoporta finora mancata. In un momento nel quale riavere il killer instinct dell’attaccante italoperuviano è fondamentale, con tre scontri diretti alle porte (Empoli, Salernitana e Verona oltre il Monza) e l’assenza di Pavoletti a togliere la freccia più importante nell’arco dei centravanti di Ranieri.
In cerca del riscatto
Un solo gol in due, bottino deficitario che conferma i dubbi sulle scelte estive. Petagna e Shomurodov sono i grandi assenti ingiustificati nello score offensivo del Cagliari, con l’attaccante triestino che ha messo la propria firma sulla vittoria contro il Bologna senza riuscire a dare seguito a quella che era sembrata come la rete della svolta. Al contrario dopo il gol decisivo contro i felsinei, Petagna non è riuscito a confermarsi: tre partite da titolare di fila – Frosinone, Torino e Roma – per avere quel minutaggio più volte richiesto, ma con risultati lontani da aspettative e speranze. Così Ranieri ha rimesso da parte l’ex Monza prima che l’infortunio di Pavoletti aprisse le porte al suo ritorno in campo all’improvviso nei minuti finali contro il Napoli. Una grande giocata appena subentrato al compagno, la presenza fisica sulla rete del pareggio di Luvumbo e la nuova occasione alle porte per scalare nuovamente le gerarchie e diventare la prima alternativa a Lapadula per il ruolo di centravanti. Troppo poco finora l’apporto di Petagna alla causa salvezza, tra piccoli problemi fisici e una condizione mai raggiunta appieno. E con il riscatto dal Monza sempre più lontano, nonostante le premesse parlassero dell’obiettivo ritorno in nazionale e di un attaccante pronto a essere decisivo per le sorti del Cagliari. Discorso simile per certi versi a quello di Shomurodov, anche lui arrivato in Sardegna in cerca di rilancio e anche lui fermato da una condizione fisica sempre lontana con il culmine della frattura del metatarso a chiudere il cerchio. L’uzbeko ha dovuto saltare la Coppa d’Asia e ora, prossimo al rientro, dovrà cercare di cancellare lo zero dalla casella dei gol segnati con la maglia rossoblù. Pochi, pochissimi lampi – l’assist di Salerno e quello da tre punti contro il Sassuolo – e una sola rete in Serie A nelle ultime due stagioni, quella siglata con la maglia dello Spezia nello scorso campionato. Anche per lui resta aperto il tema riscatto dalla Roma, ipotesi lontanissima e che solo un grande rush finale potrebbe tramutare in realtà. Utopia, forse, con Ranieri che attende una scintilla che possa far rivivere in Sardegna il Shomurodov visto a Genova nella sua stagione d’esordio in Italia.
Giovani d’assalto
Croce e delizia, definizione ormai diventata etichetta per Zito Luvumbo. Al suo primo campionato di A l’attaccante angolano è la vera e propria sorpresa del Cagliari nel reparto offensivo. A maggior ragione considerando le sole 12 gare giocate da titolare, spesso arma in corso d’opera per Ranieri che nel classe 2002 di Luanda ha identificato lo spacca partite per eccellenza. Contro l’Udinese, anche grazie al cambio tattico apportato da Sir Claudio, potrebbe essere arrivata la svolta della stagione di Luvumbo. Sia di fronte ai friulani che nell’ultima gara contro il Napoli il giovane attaccante rossoblù è partito titolare, trovando spazio come esterno di centrocampo offensivo e dimostrando sacrificio e applicazione, dettagli cari all’allenatore romano. Il gol del pareggio contro i partenopei, peraltro segnato in condizioni fisiche precarie, non è valso solo un punto, ma anche la sensazione che Luvumbo abbia finalmente trovato la propria strada verso la continuità. Arma per dare fantasia e velocità alla fase offensiva, l’angolano è assieme a Pavoletti l’unico a non aver deluso in termini realizzativi. Pur se la volontà è quella di crescere anche sotto quest’aspetto, come dimostra il gol mancato sempre contro il Napoli con un colpo di testa a porta sguarnita terminato fuori dai pali di Meret e che ancora grida vendetta. Assieme a Luvumbo Ranieri è pronto a ritrovare a pieno regime anche Oristanio, rimasto ai box per un mese e mezzo a causa della frattura del metatarso. Il talento scuola Inter è elemento necessario per dare frizzantezza e fantasia alla manovra offensiva, e se il dualismo con il coetaneo angolano è stato il filo conduttore della prima parte di stagione, ora che Ranieri ha trovato il vestito tattico con il 4-4-1-1 ecco che non è da escludere la presenza di entrambi in campo, uno sulla corsia di destra e uno su quella di sinistra. Un’opzione affascinante e per certi versi necessaria per dare nuova linfa al reparto offensivo e per regalare maggiore pericolosità davanti. C’era una volta la Lapadula-dipendenza, c’è oggi la nostalgia per quello che sembrava un problema in Serie B e che oggi ha nell’opposto – l’assenza di reti delle punte – uno dei fattori negativi in casa Cagliari. Problema che potrebbe avere la soluzione proprio nei due giovani classe 2002, in attesa che anche per i vari Petagna, Shomurodov e per il numero 9 italoperuviano suoni la sveglia chiamata gol.
Matteo Zizola