Un basket fatto di energia su ambo i lati del campo e che passa tra le mani di piccoli che vedono il canestro con facilità. La Germani Brescia non è arrivata per puro caso terza in classifica nell’ultimo campionato di Serie A. Un gruppo solido e con un allenatore giovane come Alessandro Magro pronto, dopo le esperienze da vice e all’estero, a confermare quanto di positivo fatto vedere in regular season e a sfidare uno dei coach più anziani e importanti dell’intera LBA, quel Piero Bucchi che ha cambiato la stagione della Dinamo Sassari.
Meno fisicità, tanta energia
Brescia è una squadra a tutto tondo. L’ha dimostrato con una striscia di vittorie di quattordici partite e perdendo solo contro Tortona e Virtus Bologna (all’ultima giornata e senza Della Valle e Mitrou-Long) negli ultimi cinque mesi escludendo la sconfitta con Milano in Coppa Italia. La Germani ha talento offensivo e centimetri nel backcourt – guardie e play tutti sopra l’1,90 di altezza tranne Laquintana, che non supera i 188 centimetri – e ha grande esplosività e atleticità in lunghi che hanno meno centimetri rispetto agli avversari compensati però da una rapidità di mani e di piedi che può dar fastidio a chiunque. L’arrivo di John Brown III dall’Unics Kazan è stata la ciliegina sulla torta e l’esempio perfetto dell’idea difensiva bresciana che può adattarsi a vari spartiti: Della Valle e compagni possono potenzialmente cambiare su tutto e possono scegliere di contenere – soprattutto con Cobbins in campo – sul pick&roll. L’idea principale rimane comunque quella di poter sporcare ogni possesso avversario, anche preparando compiti specifici per specialisti difensivi come John Petruccelli e David Moss. Da qui derivano le 8,4 palle recuperate di media durante la regular season – la miglior squadra insieme proprio alla Dinamo, che ha chiuso con 8,1. Dalla difesa prendono piede le prime soluzioni offensive in transizione, dove Brescia può colpire dall’arco e sfruttare la versatilità dei lunghi con i giochi a due nei primi secondi dell’azione. Diverse poi le situazioni a difesa schierata che Brescia può presentare: spesso è dai blocchi stagger su un lato del campo, poi ribaltato, che nascono le situazioni prevalentemente per Mitrou-Long, Della Valle e Petruccelli che possono giocare sia l’uno contro uno, che il pick richiamando il lungo, ma anche prendere il tiro se si trovano con lo spazio giusto. Altra soluzione che può nascere e a cui la Dinamo dovrà fare attenzione saranno le situazioni di alto-basso e di gioco sul lato debole, quando Brescia proverà a sfruttare l’ampiezza di tutto il fronte offensivo e la mobilità dei suoi lunghi.

Dove colpire
Come detto Brescia in difesa ha delle buone individualità oltre che una buona organizzazione. Tuttavia, nelle ultime due uscite, ciò che l’ha fatta più soffrire è stato il gioco in campo aperto avversario, quelle transizioni rapide che tanto piacciono alla Dinamo di Bucchi soprattutto dopo il recupero del possesso e che mettono in luce la capacità di attaccare in pochi secondi ma in maniera intelligente. Sia contro Varese nei primi quarti, che contro la Virtus, le difficoltà per la Germani sono state evidenti. La Dinamo dovrà contendere la gestione del ritmo all’avversario, senza lasciar prendere l’entusiasmo agli avversari e sfruttare al meglio la carta Bilan. Il lungo croato può essere come al solito la chiave per far male all’interno del pitturato ma dare anche quei centimetri che bastano ai tiratori per prendere la mira, oltre che per calmare i tempi di gioco quando necessario. Dall’altra, Gentile, Robinson e Logan dovranno essere attenti nel saper sfruttare comunque le proprie armi sul pick&roll: Brescia tende spesso a non mandare gli attaccanti sul blocco, provando a rendere più complesso il servizio diretto per il lungo. Sassari così potrà comunque sfruttare sia lo spazio lasciato al ferro, soprattutto con Robinson, che i triangoli offensivi che si potrebbero creare. Dall’altra parte, Sassari dovrà mischiare le carte in difesa, provando a tarpare le ali di Della Valle e Mitrou-Long anche utilizzando la zona oltre alla uomo in cui il rientro di Kruslin sarà cruciale. Brescia sa muovere bene la palla ma la 2-3 di Bucchi ha saputo mettere in difficoltà ogni avversario incontrato finora. Rispetto alla sfida del PalaLeonessa di gennaio, quando la Dinamo perse 97-86, la Dinamo dovrà essere più lucida nelle scelte finali e decisa in quelle difensive. Dalla concentrazione e da una tensione emotiva da playoff, oltre che dall’apporto della panchina, passano le possibilità per strappare almeno un risultato positivo nelle prime due uscite in terra bresciana.
Matteo Cardia