Una volta Alfredo Di Stefano disse a un giovane portiere di non preoccuparsi se fossero entrati i tiri diretti nello specchio della porta, ma almeno di non mandare dentro quelli diretti fuori. Il portiere è un ruolo difficile e per certi versi ingrato, il confine tra essere un eroe ed essere il principale responsabile di una sconfitta è sottile. Se poi sei un secondo chiamato in causa soltanto per le partite di coppa allora le difficoltà aumentano e gli errori sono dietro l’angolo.
Esame passato
Guglielmo Vicario ha avuto due occasioni in questa stagione, una con la Cremonese e una con il Verona e in entrambe ha fatto il proprio dovere se non oltre. Il portiere ex Venezia e Perugia ha superato le parole di Di Stefano e non solo non ha mandato dentro i palloni diretti fuori dallo specchio, ma ha evitato più volte con attenzione e riflessi che entrassero quelli indirizzati a rete. Se il Cagliari aveva bisogno di risposte dal suo secondo Vicario le ha date mettendo la firma sulle due vittorie in Coppa Italia e regalando ai compagni la trasferta di Bergamo a gennaio. Nella sfida contro i gialloblù di Juric Vicario ha confermato quanto già visto quando chiamato in causa contro la Cremonese e anzi è andato oltre. Per un portiere infatti una delle maggiori difficoltà è farsi trovare pronto dopo tanti minuti passati a fare da spettatore e dopo un primo tempo a guardare i compagni, nella ripresa ha risposto presente in ogni occasione. Nulla da fare sul gol, ma riflessi pronti che hanno respinto i tentativi in serie di Udogie, Di Carmine, Bertini e Colley salvando i rossoblù nel momento di maggiore pressione del Verona.
Prepararsi al futuro
Il futuro è nelle sue mani e se da un lato la porta del Cagliari ha un proprietario indiscusso in Alessio Cragno, dall’altro il timore di una futura cessione del portiere di Fiesole è stato attenuato dalle prestazioni del suo secondo. L’Inter continua a osservare da vicino il titolare rossoblù, Vicario è pronto a prenderne il posto qualora un domani Cragno dovesse lasciare la Sardegna. In estate la sua permanenza a Cagliari era stata messa in dubbio dalla necessità di giocare e da pretendenti che avrebbero fatto carte false per averlo in prestito nella serie cadetta, ma la scelta di farlo maturare alle spalle del compagno titolare appare a oggi quella corretta. Un po’ come accaduto proprio a Cragno nei primi mesi di Serie B dietro a Storari, il secondo rossoblù sta crescendo allenandosi in Sardegna e i pochi minuti non sembrano pregiudicarne l’evoluzione.
Migliorarsi
È necessario mantenere l’equilibrio, perché se è vero che Vicario ha dimostrato ottime qualità in Coppa Italia, è anche vero che i margini di crescita sono evidenti. In un calcio che chiede sempre più agli estremi difensori di partecipare alla costruzione dal basso, il friulano ha dimostrato di dover lavorare sulla gestione del pallone con i piedi. Apparso poco tranquillo quando chiamato in causa dai compagni, Vicario ha sicuramente bisogno di migliorare nella gestione del pallone. Resta invece un’incognita la reazione a eventuali errori, un’altra caratteristica – questa volta mentale – che distingue i portieri normali dai fuoriclasse. Cragno, ad esempio, è un maestro nel saper rialzarsi dopo le cadute, Vicario al contrario non ha avuto ancora occasione di dimostrarlo. Nella sua esperienza a Venezia proprio l’aspetto mentale era apparsa una sua pecca, lavorare sulla parte psicologica sarà la sua sfida per il futuro.
Matteo Zizola